In Italia c’è la convinzione diffusa che per evitare di ammalarsi in inverno bisogna coprirsi come se si stesse scalando l’Himalaya, ma è davvero così? Ecco la verità svelata dagli esperti.
“Copriti che c’è freddo”, quante volte ci siamo sentiti ripetere questa frase quando eravamo bambini da nonni e genitori. Ed in effetti in Italia, Paese in cui le temperature sono decisamente miti rispetto ad altre parti del mondo, quando arriva l’autunno vedi che chiunque smette i panni leggeri per indossare maglioni di lana, sciarpe, giubbotti pesanti, guanti e cappelli, possibilmente anch’essi di lana e con i copri orecchie.
Poi valichiamo il confine, visitiamo Paesi come l’Austria, la Repubblica Ceca, la Polonia, la Gran Bretagna e notiamo che i locali sono vestiti come se il freddo non ci fosse, mantengono le gonne, i jeans, maglioni e giubbotti leggeri e nonostante questo sembrano in perfetta salute, come se il freddo a loro non solo non desse fastidio ma non causi alcun male.
Possibile che l’italiano sia geneticamente più debole? Oppure semplicemente non è il freddo che porta a malanni stagionali e dunque tutta quella attenzione che poniamo nel vestiario è frutto di un falso mito? A chiarire la questione ci pensano una volta per tutte i medici, spiegando come si contraggono i malanni di stagione.
Vestirsi pesante ci protegge dai malanni stagionali? Spoiler: No!
Il motivo per cui gli italiani sentano maggiore esigenza di coprirsi durante l’inverno è l’abitudine a temperature più miti. Quando ci sono quei giorni in cui nel nostro Paese la temperatura si abbassa al di sotto delle medie stagionali, il nostro corpo non è preparato allo sbalzo termico e lo avverte in maniera particolare.
La dimostrazione di ciò ce la può dare qualsiasi expat che torna in Italia per le vacanze. Sicuramente avrete un amico che non abita più in Italia da tempo e vive in Paesi – ad esempio l’Inghilterra – in cui il clima è decisamente più rigido del nostro e che tornando per le vacanze vi palesa la sua sorpresa per la temperatura elevata. Ecco, questo perché abituato ad un clima più rigido, il vostro amico percepisce come calda una temperatura che per noi invece ci porta a temere l’ibernazione.
Per quanto riguarda il collegamento tra freddo e malattie, a mettere fine al falso mito ci pensa il responsabile dell’Unità Operativa di Pediatria dell’Emergenza dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, Antonino Reale: “Se il freddo fosse la causa di questi malanni, nei Paesi del Nord starebbero peggio, si ammalerebbero più di noi. E, invece, non è così. Non è il freddo che fa ammalare, ma virus e batteri, che ci trasmettiamo l’un l’altro con maggiore facilità quando stiamo insieme in un luogo chiuso”.
Paradossalmente, dunque, è proprio la nostra abitudine di scappare al chiuso quando fa freddo che favorisce l’aumentare della trasmissione di virus e batteri e dunque il numero elevato di raffreddori e influenze stagionali che si verificano ogni inverno. Il medico spiega infine che il freddo in sé non ha alcuna influenza diretta sulle malattie, bensì il passaggio repentino da un luogo chiuso e caldo ad uno aperto e freddo fa sì che le vie respiratorie si infiammino e diventino più soggette all’azione dei virus.