Quella fatta sui fondali del Mar Morto è certamente una scoperta unica del suo genere e sta suscitando l’attenzione di numerosi esperti. Sembrano ‘camini’ ma cosa sono davvero?
La comunità scientifica internazionale ha acceso i riflettori su una delle scoperte più interessanti degli ultimi tempi avvenuta nientemeno che sul fondale del Mar Morto. Qui infatti sono state rinvenute delle strutture che andranno studiate con molta attenzione in quanto potrebbero svelare numerosi segreti in merito a quello che accade sotto i nostri piedi a centinaia o migliaia di metri di profondità.
Comprendiamo meglio cosa sono queste formazioni dalla forma di un camino e perché rappresentano un fenomeno unico nel suo genere grazie al quale scoprire numerosi segreti di questo grande lago.
Scoperti curiosi ‘camini’ sul fondale del Mar Morto: di cosa si tratta?
Ci troviamo di fronte ad una formazione geologica davvero particolare e, probabilmente, caratterizzata da una sua unicità dal momento che unico è il processo di formazione. E che consentirà, dopo approfonditi studi, di conoscere meglio le dinamiche del sottosuolo nella zona della scoperta, al punto che alcune teorie potrebbero anche essere riviste o sostituite. Si tratta di ‘camini di sale’, la cui genesi è la conseguenza di un accumulo di sali minerali mediante un processo di cristallizzazione da parte delle acque sotterranee ad alta salinità.
Non sono paragonabili ai già conosciuti fumaioli neri rinvenuti in passato nei vulcani di tufo e lungo le dorsali medio-oceaniche e si trovano, oltre che in profondità, anche in aree limitrofe al Mar Morto. Strati di depositi di sale attraverso i quali le acque sotterranee dall’elevato contenuto salino scorrono vengono ‘intaccati’ da esse con uno scioglimento dei minerali e la creazione di flussi di salamoia. Diventando meno densi dell’acqua attorno ad essi, i flussi risalgono verso la superficie con un’apparenza simile al fumo, come sottolineato dall’esperto a capo della ricerca, l’idrogeologo dell’Helmholtz Centre for Environmental Research Christian Siebert.
La scoperta dei camini è stata fatta da esperti sub a 30 metri di profondità ed è stato accertato che la loro crescita è mediamente piuttosto rapida, pari a diversi centimetri al giorno. E vi è anche un fattore di rischio legato ad essi in quanto collegati al problematico e pericoloso fenomeno delle doline, crolli improvvisi conseguenti all’erosione di strati di sale nel sottosuolo. I camini di sale potrebbero aiutare ad identificare le zone a rischio crollo e, più in generale, a comprendere in maniera più approfondita le dinamiche sotterranee di quest’area e il comportamento delle acque sotterranee.