Dietro al testo di Caffè nero bollente di Fiorella Mannoia si nsconde un significato profondo e criptico che solo in pochi conoscono.
Autentica, sincera, profonda e decisamente audace: questi sono solo alcuni aggettivi che scorrono tra la mente quando si pensa a Fiorella Mannoia. Il suo nome ha fatto storia nella musica italiana, ma insegna che il talento è una dote che va scoperta insieme a sé stessi.
Perché Fiorella è questo: un fiume in piena che non riusciva a darsi voce, trovare quel posto del mondo a cui sentiva di appartenere, ma che non sapeva esattamente quale fosse.
Ha iniziato la sua carriera musicale negli anni ’70, ma è soltanto 10 anni dopo che ha davvero fatto il suo ingresso nel grande pubblico, partecipando al Festival di Sanremo nel 1981 con il brano ‘Caffè nero bollente’, che le ha permesso di emergere. Una canzone che Fiorella ha amato, ripudiato e poi riaccettato, un po’ come sé stessa. In pochi ne conoscono il vero significato.
Il vero significato di ‘Caffè nero bollente’
Il vero significato di Caffè nero bollente va ben oltre la provocazione che il suo testo audace scatenò nel 1981. La canzone non è semplicemente un inno alla solitudine o alla ribellione, ma un racconto più profondo, che esplora il viaggio interiore di una donna alla ricerca di sé stessa, una donna che sta cercando di dare un nome alla sua insoddisfazione esistenziale, mentre affronta le contraddizioni e le difficoltà del suo mondo interiore.
Il tema dell’autoerotismo, che la canzone introduce in modo così diretto, era un argomento ancora tabù all’epoca, e il suo accenno suscitò non poco scandalo. Le parole “Io come Giuda so vendermi nuda: da sola sul letto, mi abbraccio, mi cucco…” non erano solo una provocazione, ma una dichiarazione di indipendenza e autosufficienza, un’affermazione di libertà sessuale che, per il contesto dell’epoca, suonava decisamente anticonformista.
Fiorella Mannoia, con la sua voce potente e la sua presenza scenica, fu scelta dai parolieri Antonio Coggio, Roberto Davini e Mimmo Cavallo per dare vita a questo brano, che riuscì a farla emergere nel panorama musicale italiano.
Perché Fiorella Mannoia ha tolto ‘Caffè bollente’ dal suo archivio musicle
Tuttavia, negli anni successivi, Fiorella prese le distanze da questa fase del suo percorso artistico. In un’intervista del 1992, spiegò: “Quello è un periodo molto lontano che non rinnego, ma non mi sento ancora pronta a portare sul palco quelle atmosfere. Quando ho iniziato a cantare ero giovanissima e non riuscivo a capire molto bene cosa succedeva intorno a me, non c’erano progetti precisi”.
Solo alla fine degli anni ’80, dopo aver attraversato un percorso di maturazione artistica, Fiorella si riconciliò con Caffè nero bollente. Questa, non di rado venne riproposta nei suoi concerti, soprattutto come pezzo d’apertura. Si tratta ad oggi di un simbolo della trasformazione che l’aveva portata a diventare una delle voci più iconiche della musica italiana.